Azzerare le bollette con uBroker e ScelgoZero

Azzerare le bollette con uBroker e ScelgoZero

Arriva in Italia per la prima volta il Social Utility Network che azzera bollette, canone Rai e crea lavoro.

Sfruttare questo periodo di crisi può essere un’occasione per chi ne comprende le radici e sa come comportarsi di conseguenza.

Probabilmente Cristiano Bilucaglia, talentuoso ingegnere biomedico e informatico piemontese già insignito, a fine 2015, del prestigioso riconoscimento di “Imprenditore dell’Anno“, lo ha capito: così è nato ZERO, il primo “social utility network” che azzera le bollette.

Azzerare le bollette con uBroker e ScelgoZero

In questo articolo andremo a spiegare come nasce il rivoluzionario progetto di ZERO: che cosa si intende per “azzerare le bollette” e quali sono le opportunità di lavoro connesse ad esso.

Altre multi-utility compagnie italiane hanno provato a seguire il percorso di ZERO, come Enel (che ha fatto molta fatica a rinnovarsi), e le più recenti Sorgenia, Edison, e Optima che hanno cercato di abbattere i costi delle bollette oltre l’80% degli importi imponibili, restando però ancorate a programmi di fidelizzazione di stampo tradizionale, sui quali continuano a gravare i costi di prestigiosi testimonial pubblicitari, compresi quelli per la realizzazione delle stesse campagne promozionali (spot, radio, Tv, filmati per internet, banner, cartelli e affissioni stradali).

ZERO è riuscito a superare queste difficoltà, tornando agli albori della pubblicità: il sano passaparola, presupposto imprescindibile di ogni corretta economia.

Per l’ingegnere Bilucaglia la crisi non è stata proprio un danno dal momento che gli ha consentito di trovare l’input per creare ZERO, il social utility network che “azzera le bollette di luce, gas e telefono“.

Com’è nata la start-up?

azzera le bollette di luce, gas e telefono

Il concetto di ZERO nasce da Ubroker, la start-up che Cristiano Bilucaglia ha creato con il suo socio Fabio Spallanzani, nel settore della telefonia, con l’obiettivo di ridurre i costi agli utenti finali.

Bilucaglia racconta che nonostante le soddisfazioni, si sono scontrati sempre con un limite di mercato, perché non si può effettivamente arrivare a “zero”, per tutta una serie di costi interni all’azienda.

Così, con il suo socio, si sono interrogati su come si poteva inventare una soluzione per diventare competitivi, e hanno pensato di fondare una nuova start-up nel mondo dell’energia, per dare ai loro  clienti di telefonia anche il servizio energetico.

Pensando e cercando soluzioni alternative Bilucglia e Spallanzani arrivarono a pensare che, sì, sarebbero potuti arrivare ad azzerare la bolletta.

In che senso ZERO “crea opportunità di lavoro” azzerando le bollette di luce, gas e telefono?

Zero ha come obiettivo quello di acquisire clienti ed estendere il loro mega network, e hanno scelto il sistema del passaparola.

I budget delle aziende sono molto cospicui per marketing, pubblicità e testimonial famosi, e hanno pensato, avendone la conferma da una simulazione, che potevano tagliare questi costi frazionandoli, invece, tra tutti i clienti: ed è così che gli è venuto in mente di utilizzare i clienti stessi come testimonial del progetto.

In che senso ZERO "crea opportunità di lavoro" azzerando le bollette di luce, gas e telefono?

L’idea alla base è:

Se vengono agevolati gli utenti fino ad azzerare le loro bollette, essi al contempo faranno qualcosa per far conoscere ZERO ad altre persone.

Si viene quindi ad instaurare una sorta di partnership con ogni cliente.

Se i clienti sono i primi a essere soddisfatti e lavorano promuovendo ZERO perché ne traggono benefici, il tutto diventa virale e si espande a macchia d’olio.

Per formalizzare i rapporti tra aziende e clienti, invece, si stende un contratto. A chi decide di collaborare con Zero sarà fornito anche di una formazione, completamente gratuita, che può servire anche per altri lavori.

L’importante è che dia una mano nello sviluppo di ZERO.

Alcuni poi finiscono per lavorare a tempo pieno mentre altri solo sporadicamente, e va benissimo così.

Che cosa pensa ZERO riguardo i voucher del governo, e qual è la risposta di ZERO alla crisi occupazionale?

Che cosa pensa ZERO riguardo i voucher del governo, e qual è la risposta di ZERO alla crisi occupazionale?

Tutte le soluzioni che il governo ha proposto sono sempre e solo “dall’alto”, senza mai calarsi nei panni dei soggetti che vivono davvero una problematica economica giornaliera.

Il voucher consente all’impresa di assumere persone sgravando una serie di costi, e anche ZERO ne ha usufruito. Il problema però è strutturale: se è vero che all’inizio consente l’assunzione, quando il voucher perde la sua efficacia, ci si ritrova al punto di partenza.

Il progetto è anche interessante, ma al momento è incompleto perché non permette di mantenere un dipendente.

Anche una figura autorevole, il famoso psichiatra e studioso Alessandro Meluzzi, si è espresso a gran favore di ZERO, definendolo:

“Esempio di tecnologia veramente finalizzata ai bisogni dell’umano”.

Com’è stato il riscontro generale e di adesioni?

All’inizio c’è stato un alone di scetticismo, anche attorno alle persone più vicine ai fondatori di ZERO: tutti i progetti più rivoluzionari e visionari fanno storcere un po’ il naso. Il 99% delle persone si muove sempre cercando di solcare i propri passi, perché il cambiamento fa paura ed è difficoltoso.

Alla gente che è abituata a pagare sempre una somma di denaro è difficile far capire che ci sono metodi alternativi, che funzionano come ZERO, che è un sistema di marketing che si tratta solo di seguire ed applicare, facendolo funzionare attraverso i canoni che ZERO stabilisce (sull’app, dov’è tutto computato).

Però alla fine ZERO è riuscito ad avere i primi risconti e, così, la cosa si è poi viralizzata. Attualmente ZERO ha già più di un migliaio di clienti che hanno azzerato le bollette, e migliaia che hanno dimezzato, ed è appena al suo terzo anno di attività.

Com'è stato il riscontro generale e di adesioni?

A chi si rivolge ZERO e come si fa a partecipare?

Il target di ZERO sono i privati e la micro-impresa, commercianti e piccole aziende. A ZERO interessa dare soddisfazione alla famiglia che non riesce ad arrivare a fine mese.

Come si entra in ZERO?

Solo col passaparola, attraverso inviti di altri soggetti che già partecipano, per far sì che quel determinato affiliato tragga i suoi benefici.

Perché ZERO viene definito “Social Utility Network?”

ZERO è come un social network, nel senso che è un’app, e consente di connettersi con altre persone che usufruiscono del servizio, ma il suo unico oggetto di discussione è la “utility”, il servizio di energia elettrica, gas e telefonia.

A ZERO non interessa essere cloni di Facebook o Twitter, assolutamente.

Come mai la scelta di non affidarsi alle consuete campagne pubblicitarie?

Perché investendo soldi in pubblicità ZERO non avrebbe soldi da distribuire ai loro clienti che genereranno poi altri clienti. Almeno chi parla di ZERO, si è sicuri che lo faccia perché conosce ed usa il  servizio. Se mai ZERO dovesse fare campagne, comunque, saranno gratuite e finalizzate ad ulteriori sconti.

ZERO ha le tariffe più basse sul mercato, come riesce a farlo?

ZERO ha iniziato ad analizzare tutte le tariffe dei vari operatori sul mercato, e si è tenuto leggermente al di sotto, un 5%, ed è in grado di fare così perché non spende nel marketing promozionale, ma utilizza il passaparola degli utenti.

Questo, sostenuto dai consulenti di ZERO, genera viralità, quindi saranno i clienti stessi a far conoscere ZERO alla loro cerchia di persone. Man mano che le persone aderiscono, aumentano anche gli sconti sul loro conto, che vanno a riempire un salvadanaio che, in cambio, ogni mese si svuota nella bolletta come credito da pagare.

Oltre a tagliare i costi delle bollette con ZERO si azzerano anche accise, tasse e canone Rai.

A chi si rivolge ZERO e come si fa a partecipare?

Cosa si prefissa di raggiungere ZERO nel futuro?

L’obiettivo prefissato è arrivare ai primi 100.000 clienti nei primi 5 anni di attività. Al momento ZERO è arrivato a 20.000, e la crescita è sempre più forte e costante.

Il fondatore di ZERO ha anche ideato la prima moneta complementare italiana, eurocredito. Cos’è come funziona, e a cosa serve?

L’Eurocredito è qualcosa che è stato inventato nel 2007, reso poi operativo nel 2009, ed è frutto di una serie di studi. Normalmente la convenzione più blasonata, e che tutti trascurano essere tale, è la moneta. L’Eurocredito nasce per risolvere il problema della liquidità delle aziende. Ecco un esempio pratico per capire meglio.

Un ristorante deve comprare delle piante per il suo giardino esterno. Il locale, che fa parte del circuito Eurocredito, può acquistare mille eurocrediti di piante promettendo, in futuro, di dare pasti (ovvero la sua merce) ad altri partecipanti al circuito.

Le piante possono essere state comprate da un vivarista che ha aderito in primis al circuito. Questo meccanismo consente al ristorante di rifornirsi senza spendere soldi, e di pagare successivamente con i pasti. Ovviamente l’operazione è presente in un archivio centralizzato dove c’è scritto tutto, crediti e debiti del caso.

Ognuno può spendere gli eurocrediti dove vuole, a patto che siano connessi al circuito. Questo sistema permette ai commercianti di tagliare i sistemi creditizi delle banche, per potersi mettere d’accordo tra loro e farsi autocredito.

Secondo il fondatore di ZERO la “crisi” avrà mai una fine?

Il fondatore di ZERO etichetta questo momento come crisi, solo perché c’è minore liquidità nelle tasche delle persone, minore facilità di spesa e circolarità. In particolare pensa che questa non sia la crisi, ma è il cambiamento, un’epoca diversa. Non si possono mantenere gli stessi parametri per decenni e decenni.

Chi tende a fare impresa dev’essere consapevole che bisogna ragionare con la mente di come si sta oggi, coi parametri attuali, e non pensare più a 10 anni fa.

Quello che consiglia a chi decide di fare impresa è: con quello che abbiamo, cosa possiamo fare per ottenere il meglio?

Potete trovare altre risorse utili nel nostro portale “Network Marketing“.

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